Questa cerimonia è davvero particolare e voglio proprio raccontartela, anche se è passato qualche mese. Matteo e Michela sono una coppia a cui tengo particolarmente. Michela è una mia amica e compagna di studi in alcuni corsi di formazione che ho fatto. Lavoriamo in ambiti diversi, lei è una bravissima home stager (Valorizza e Vendi ti dice niente?), ma abbiamo tanto in comune.
Michela c’era quando io non sapevo ancora come chiamare il mio metodo, questo sito si chiamava ancora Wedding Officiant e l’acronimo Cerimonia VIP (vera, italiana, personalizzata) non era ancora stato creato. È stata una delle prime persone a leggere il mio libro Pretty Woman, insomma, il suo matrimonio per me era davvero imperdibile.
Quando mi ha contattato per chiedermi di celebrare il suo matrimonio, non ho esitato un attimo. Anche se loro vivono in provincia di Treviso, non proprio dietro l’angolo per me che vivo a Bari, non potevo mancare. Una chiacchierata su skype e eravamo già proiettate verso il grande giorno.
E poi, ti confesso che mi aveva tanto parlato di questo fantomatico Matteo, che non vedevo l’ora di conoscerlo. Lo dico sottovoce, perché il tuo futuro marito potrebbe esserne geloso, ma sappi che Matteo è secondo me uno degli uomini più romantici che camminano su questa terra. Con le sorprese che ha organizzato per Michela ci si potrebbe scrivere un libro, figuriamoci il testo di una cerimonia nuziale.
Forse ti sembrerò di parte (e certamente lo sono), ma chiunque li conosca può confermare che insieme fanno faville. Sono una coppia affiatata e frizzante, unita da molti interessi, primo tra tutti la passione per la motocicletta. E quello doveva essere il tema della cerimonia e di tutto il matrimonio. Nonostante il tempo fosse limitatissimo, il solo vederli insieme mi ha fornito tantissimo materiale su cui lavorare.
Matrimonio in motocicletta, una cerimonia nuziale su due ruote tra Treviso e Pordenone
Il desiderio di Michela era quello di arrivare alla cerimonia in moto. Per un po’ le nostre conversazioni si sono focalizzate su argomenti lontani dalla cerimonia, in particolare sulla scelta dell’abito da sposa (mica facile trovarne uno romantico e comodo per guidare) e su come evitare che il casco rovinasse la messa in piega.
Voleva un matrimonio intimo, con un’anima rock e alcuni dettagli country. Un mix originale e che necessitava di un attento equilibrio per non risultare un pasticcio.
Michela però è stata una sposa molto lucida e meticolosa. Mi ha inviato istruzioni dettagliatissime e chiarissime su ogni minimo dettaglio, corredate di foto numerate. Del resto se non fosse una donna dotata di raro senso pratico, non sarebbe stato possibile organizzare il suo matrimonio in due mesi (giorno più, giorno meno).
Per quanto riguarda la cerimonia, gli sposi hanno scelto lo splendido scenario di Villa Varda a Brugnera, in provincia di Pordenone. Una location incantevole, circondata da un parco da fiaba.
La villa è casa comunale quindi si è trattato di un matrimonio civile a tutti gli effetti.
La sfida era quella di renderlo più personale, emozionante e coinvolgente per tutti (sposi e invitati). Il sindaco è stato molto disponibile, ma ovviamente non poteva seguire Matteo e Michela nei preparativi, creare con loro la cerimonia e consigliarli durante l’organizzazione del matrimonio. Del resto, sarebbe stato assurdo pretenderlo, non è il suo lavoro.
Quindi si è deciso di fare una co-celebrazione. Io mi sono occupata di guidare gli sposi nel percorso Cerimonia VIP e di scrivere con loro la cerimonia, ne ho celebrato tutta la parte personalizzata, per poi passare la parola al sindaco per la lettura degli articoli del codice e il completamento delle formalità burocratiche.
La paura più grande di ogni sposa
Il giorno del matrimonio di Michela e Matteo, quando si dice la sfiga, pioveva. Scaricare tutto il necessario a preparare la villa è stata una vera impresa, ma non era la cosa peggiore.
Ti renderai conto che il progetto dell’arrivo degli sposi in moto, con la pioggia, rischiava di subire un drastico cambiamento.
Invece, sarà che l’amore vince tutto, sarà che i nostri due innamorati hanno una sfortuna sfacciata, sarà che le nuvole hanno ascoltato le mie “pacate” recriminazioni, la pioggia si è interrotta solo il tempo necessario a far arrivare gli sposi e ha ripreso a cadere 3 minuti dopo. Evviva! Arrivo in moto riuscito!
Devo dire che non appena il rito è iniziato, ci siamo completamente dimenticati del clima avverso. E qui ci starebbe bene una bella vanteria, ma non è stato per merito mio. Si è trattato di una cerimonia così rilassata, autentica e unica nella sua semplicità che era impossibile non sentirsi coinvolti. Anche il sindaco si è detto positivamente colpito e giurerei di aver visto i suoi occhi diventare lucidi ad un certo punto.
Il mio unico merito è stato quello di mettere su carta l’amore di Matteo e Michela e di creare un filo conduttore tra i vari momenti della loro storia, che abbiamo raccontato a più voci, insieme ad alcuni dei loro amici più cari e agli sposi stessi.
Come rito di unione abbiamo scelto una variante del rito del vino e lettere d’amore ed abbiamo creato una sorta di capsula del tempo. Gli sposi hanno inserito in questa scatola tanti oggetti legati a momenti speciali vissuti insieme (parecchi dei quali – indovina un po’? – avevano a che fare con le moto).
E alla fine della cerimonia, in barba al maltempo, il tradizionale e benaugurante lancio del riso e un aperitivo per tutti i partecipanti alla cerimonia in una bella sala della villa appositamente allestita.
Matteo e Michela hanno fatto un breve servizio fotografico, approfittando degli scenari architettonici offerti dalla villa e poi via, con parenti e amici più cari, verso il ristorante.
Inutile dire che, come tutto, anche la loro torta nuziale era a tema moto. Secondo me questo è un bellissimo esempio di come si può realizzare un matrimonio curato nei dettagli anche nell’intimità di una cerimonia e di un ricevimento per pochi.
In questo matrimonio sono stati messe al centro i sentimenti e non le convenzioni. Una ventata di freschezza, tra tanti matrimoni barocchi e ridondanti in cui si perde il senso dell’unione e della condivisione.
Che cosa puoi imparare dalla cerimonia di Matteo e Michela?
Almeno tre punti importantissimi:
- Il rito civile può essere emozionante, se lo personalizzi in modo strategico.
- Non devi lasciarti soffocare dal timore del giudizio altrui. Forse non hai immaginato di indossare un giubbotto di pelle sul tuo abito da sposa o di arrivare alla cerimonia in moto, ma se è questo quello che vuoi nessuno può impedirtelo!
- La pioggia nulla può quando ci sono un matrimonio autentico e un amore vero.
Ti lascio all’ascolto della video recensione che Matteo e Michela mi hanno lasciato, in cui raccontano come è stato lavorare con me.
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Sono pronta ad ascoltarti, e se scopriremo che ci sono i presupposti
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A presto!
Claudia
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PH Mirko Teppati