Diventare celebrante laico e nello specifico celebrante di nozze è uno dei sogni che vanno per la maggiore nel settore dei matrimoni. E con ragione! Negli ultimi anni si è capito sempre più chiaramente che c’è bisogno di questa figura professionale, tanto più che i matrimoni civili sono ormai diventati la maggioranza.
Durante il covid, questa categoria ha sofferto meno delle altre, perché i riti civili non sono mai realmente stati bloccati (anche se sono stati fatti con zero o pochissimi invitati) e, per chi come me è specializzato nella creazione dei testi, è stato possibile continuare a lavorare con gli sposi e preparare le cerimonie al meglio, in attesa di tempi migliori.
Ora anche le ultime coppie che avevano rimandato il matrimonio hanno raggiunto finalmente il loro traguardo e così, dopo lo stop forzato imposto a quasi tutto il settore dalla pandemia, il desiderio di diventare celebrante ha iniziato ad ardere sempre più nel cuore di molti.
Se anche tu vuoi diventare celebrante e unire in matrimonio coppie di innamorati che non si riconoscono nel tradizionale matrimonio in chiesa, voglio darti alcune informazioni e consigli utili per iniziare col piede giusto questa professione e presentarti il mio corso, nato nel 2019.
Come si fa a diventare celebrante? (mi raccomando, si dice celebrante oppure officiante, NON cerimoniere, cerimonialista, cerimoniante e simili)
Prima di tutto bisogna distinguere due ambiti: quello del rito civile e quello della cerimonia simbolica. Il rito civile è un atto pubblico, che dura circa 3 minuti, e non contiene letture, promesse, scambio degli anelli, musica ecc. Alcuni comuni danno la possibilità di personalizzarlo un po’, ma si tratta di aggiunte o modifiche molto limitate (che spesso lo peggiorano invece di migliorarlo).
Per celebrare un rito civile non serve alcun corso, né titolo, né formazione specifica. Attualmente infatti la legge prevede che il sindaco possa delegare le funzioni di ufficiale di Stato civile a un altro cittadino italiano, in possesso di determinati requisiti.
Te la faccio semplice: se hai la cittadinanza italiana, sei maggiorenne e hai i requisiti per l’elezione a consigliere comunale (in pratica hai il diritto di voto) hai già tutto quello che serve per rivestire questa carica. Ricordatelo se qualcuno mai dovesse proporti un corso per diventare “celebrante ufficiale”, perché non ti sta dicendo la verità. Tra l’altro non esiste ancora un albo o niente di simile, per cui non ci sono percorsi di formazione ufficiali o diplomi riconosciuti. Il comune a volte propone al cittadino delegato di fare una sorta di formazione, ma si riduce a poche parole (stile: “Devi leggere qui e firmare qui e qui”) e non lo definirei certo un corso.
L’unico inghippo, se così vogliamo chiamarlo, è che la delega è a discrezione del sindaco. Quindi il sindaco può decidere di dare la delega a chiunque faccia richiesta, a nessuno, solo a quelli il cui nome comincia per Z, o qualunque altro parametro gli venga in mente. Sembra un’ingiustizia, ma in effetti non è facile stabilire dei parametri abbastanza stringenti che possano descrivere l’atteggiamento e la serietà richiesti dal ruolo. Quindi ci si affida al sindaco perché sia lui a decidere, secondo la sua personale sensibilità.
Negli ultimi anni, vista la popolarità della professione, moltissime persone si sono improvvisate celebranti, ma per le ragioni sbagliate. L’idea è che, concedendo la delega, si possa celebrare un maggior numero di riti civili in un giorno, in location bellissime (in alternativa all’ufficio del Comune) e con persone care agli sposi che rendono il rito speciale.
C’è stato però un boom di celebranti poco seri, attori che volevano solo cercare un pubblico, impiegati comunali annoiati che cercavano un po’ di svago e notorietà e altre figure che hanno fatto un po’ scempio del rito civile, aggiungendo poesie scritte da loro, cantando canzoni, manipolando la struttura del rito in mille modi.
Quindi molti sindaci hanno deciso di non dare la delega a nessuno, darla solo a chi conoscono personalmente oppure fidarsi solo di chi ha una formazione solida come celebrante laico.
In questo senso quindi una preparazione come celebrante laico ti può aiutare ad avere più incarichi di cerimonie che includono il rito civile, ma non è un requisito per legge.
Passiamo ora alla cerimonia simbolica, che è la ragione principale per formarsi come celebrante. Non si tratta, come pensano in molti, di un finto rito civile o di una replica, ma di un rito a parte. È completamente personalizzato e rappresenta la spiritualità degli sposi. Praticamente è l’equivalente della Messa per chi non sceglie il rito religioso.
In sé non ha valore legale (proprio come non lo aveva il rito in chiesa prima dei patti lateranensi), lo acquisisce solo se viene abbinata a un rito civile. Niente di strano o misterioso, funziona esattamente come il rito concordatario in chiesa. Due cerimonie: una spirituale e una strettamente burocratica unite insieme.
L’unica differenza è che quando si sceglie una chiesa (o meglio una parrocchia) è automaticamente possibile fare il rito concordatario (così come è possibile fare anche solo il rito religioso, senza valore legale), mentre nel caso di cerimonia simbolica+rito civile questo abbinamento può avvenire solo se il luogo è casa comunale.
Chiarito questo, veniamo al nocciolo della questione: una cerimonia simbolica non esiste finché non c’è qualcuno che la crea.
Non c’è una liturgia prestabilita, la cerimonia simbolica è completamente personalizzata e personalizzabile in base alla storia, spiritualità e personalità degli sposi.
Questo significa che, a parte alcuni elementi “standard” che quasi tutte le coppie vogliono (l’ingresso della sposa col papà, lo scambio delle fedi, le promesse…) tutto il resto è un foglio bianco da riempire.
Non esistono due coppie uguali e non esistono due riti uguali. Possono essere simili, in alcuni casi, ma ogni cerimonia simbolica è a sé.
Non è un compito facile, se vuoi fare un buon lavoro devi prepararti a dovere.
Ecco perché ti serve un corso di formazione.
Corso di formazione per diventare celebrante di matrimoni
Troverai diverse proposte di corsi, perché come ti dicevo prima è il lavoro del momento e un po’ tutti se ne stanno approfittando (anche gente che non ha mai fatto una cerimonia in vita sua). Io posso parlarti di come ho strutturato il mio. Preciso che si tratta di un percorso destinato a chi vuole fare questo mestiere, ci sono altri progetti formativi dedicati agli amici degli sposi che vogliono celebrare “una tantum”.
Ho scelto un approccio particolare, che mette al centro la coppia e tutto il suo mondo interiore. Infatti credo che non sia giusto ridurre queste cerimonie solo a un’alternativa atea al rito religioso. Nella mia esperienza ho incontrato coppie e famiglie che, pur non riconoscendosi nei dogmi della chiesa, hanno una spiritualità marcata ed estremamente personale.
Inoltre io sono specializzata in cerimonie adatte al contesto italiano, il che significa fare i conti con un forte retaggio culturale e spesso tanti pregiudizi e paure da parte degli invitati. Per intenderci, non mi occupo di destination wedding di turisti che vengono a sposarsi in Italia, ma di coppie italiane o miste che hanno a che fare con tutte le meraviglie e le contraddizioni della nostra cultura.
In più, per me la creazione del testo insieme agli sposi è la parte principale del lavoro per creare una cerimonia. Il celebrante è solo uno strumento, non è il protagonista della giornata e non è lì per farsi notare. La sua qualità migliore è saper “sparire” perché gli sposi possano avere il loro momento e festeggiare la loro unione con le parole e i gesti che hanno deciso di condividere con la comunità.
Tutto il mio corso, pur non essendo un corso di copywriting, punta prima di tutto a creare con gli sposi il testo di una cerimonia ben fatta, emozionante e coinvolgente, cucita su misura per loro. In secondo luogo si impara come celebrarla, gestire e coordinare il rito e risolvere eventuali imprevisti.
Il celebrante che esce dal mio corso non è qualcuno che si limita a presentarsi il giorno del matrimonio, all’orario convenuto, e leggere un prestampato, ma qualcuno che lavora fianco a fianco con gli sposi per creare il loro rito, unico e personale.
A questo proposito, voglio farti leggere la testimonianza di una mia studentessa, Lori Ciufo:
“Mi sono trovata molto bene con Claudia. Inizialmente pensavo che dieci lezioni fossero troppe perché avevo un’idea diversa di questo lavoro. Lezione dopo lezione mi sono invece resa conto di quanto sia importante sapere tutto. La parte celebrativa va più a fondo di quanto pensassi, tocca il vissuto e le emozioni degli sposi. Questo approccio è più delicato e rispettoso delle persone.
“Rispetto” è la parola più importante in questo lavoro (rispettare gli sposi, la comunità e il ruolo del celebrante). Non ho deciso di fare questo corso perché sono atea o voglio sponsorizzare il matrimonio civile. Sono credente, ma volevo fare di più per capire e far capire meglio l’importanza di quel giorno. Volevo andare oltre e cercavo un corso che mi permettesse di celebrare un matrimonio con sentimento e di aiutare anche i gay cattolici. Questo non l’ho trovato in altri corsi, ho trovato solo alcune associazioni che si basano molto sull’ateismo e non facevano al caso mio.
Il corso è stato una bellissima esperienza, ho imparato tanto. Claudia è un’ottima insegnante, perché riesce a trasmettere quello che gli sposi si aspettano nel momento più importante della loro vita. L’ora di lezione passa velocemente grazie al suo modo di insegnare e alla sua bravura.
La parte iniziale mi ha incuriosito molto perché non sapevo tante cose. Per esempio avevo considerato poco, anzi per nulla, l’importanza della comunità. Gli argomenti sono impegnativi e si trattano temi toccanti.
Scrivere il testo è la parte più difficile. Durante le lezioni ti sembra di aver capito tutto, ma quando devi metterlo nero su bianco capisci che è un lavoro complesso. Sei tu a scrivere, ma parli di loro e devi saper alleggerire il tono per non annoiare, non sei come il prete che fa la predica. Per me è stato difficile scrivere la prima cerimonia, ma poi l’esperienza aiuta a migliorare.
Ho capito che chi sceglie di celebrare un matrimonio deve conoscere tante cose ed è importante avere una preparazione. Ci sono sposi che dicono che “bastano tre parole” o che pensano al matrimonio “americano”, ma non è così, è molto più difficile. Se poi al momento non viene bene gli sposi ci rimangono male, perché hanno investito tanto, anche per quanto riguarda i sentimenti. Quello di Claudia è un approccio diverso ed è quello giusto, bisogna promuoverlo perché questo tipo di servizio è sempre più richiesto.
Ho già consigliato il corso ad alcune persone, soprattutto a una collega che era convinta di saper fare questo lavoro, ma aveva in mente qualcosa di completamente diverso”.
Penso che le parole di Lori siano veramente efficaci per spiegare il taglio che ha il mio corso e possono aiutarti a capire se è questo il tipo di preparazione che vuoi raggiungere.
Se pensi che questa sia la tua strada, il prossimo passo è richiedere informazioni.
Mandami una mail e ti invierò il programma completo di prezzi.
A presto!
Claudia