Lavorando sempre a stretto contatto con spose fuori dall’ordinario, che preferiscono una cerimonia civile personalizzata o un matrimonio simbolico alle più tradizionali (e banali) nozze in chiesa, mi capita spesso di sentirmi fare una domanda. La sposa può indossare il velo per la cerimonia civile?
Anche in questo caso bisognerebbe fare dei dovuti distinguo. Come abbiamo visto infatti nel caso delle seconde nozze e del matrimonio in cui uno dei due è vedovo, il galateo ha un’impostazione e la realtà ne ha un’altra. Ma iniziamo dal principio, ok?
Il velo è considerato un simbolo religioso. Rappresenta la verginità della sposa. Per questo è associato al matrimonio in chiesa e assolutamente sconsigliato nel caso di matrimonio civile o anche di secondo matrimonio. Perché diciamocelo, se sei già stata sposata e magari hai figli, alla tua verginità non ci crede nessuno. Ai tempi delle nostre nonne sposarsi senza velo era un’ammissione di colpa ed era una sorta di pubblica flagellazione per le spose che arrivavano all’altare col pancione. Lo stesso ragionamento si potrebbe fare con l’abito bianco, anch’esso associato alla purezza.
Vanno considerate però alcune cose.
1) Molte coppie convivono
Al giorno d’oggi sono ben poche le coppie che arrivano all’altare senza aver prima vissuto insieme. Moltissime coppie al primo matrimonio hanno dei figli. Se si dovesse togliere il privilegio dell’abito bianco e del velo a tutte le donne e ragazze che non sono vergini… parecchie ditte di abbigliamento per la sposa potrebbero fallire e probabilmente di spose con il velo non se ne vedrebbero più.
2) Il velo da sposa non è un simbolo cristiano
Sì, lo so che ti ho detto poco fa che un simbolo religioso. Ma non mi stavo riferendo al cristianesimo, checché ne dica tua nonna. Ma la realtà è un po’ diversa. Ti riporto un po’ di informazioni dall’enciclopedia treccani:
Antichissimo è il valore simbolico e religioso del velo; attributo di parecchie divinità greche e romane, fu anche insegna sacerdotale; infatti nei sacrifici di rito romano l’officiante doveva avere la testa velata. Le vestali durante i sacrifici si coprivano la testa col suffibulum, velo bianco di forma rettangolare; le vestali colpevoli venivano sepolte vive con la testa velata. Nella cerimonia del ver sacrum i giovani e le ragazze erano coperti da un velo; velarsi il capo era segno di dolore e di lutto presso i Greci e i Romani. In tutti questi varî modi e simboli l’atto di velarsi corrisponde costantemente a una forma di consacrazione alla divinità.
Originariamente quindi il velo era comunque un simbolo religioso, anche prima del cristianesimo. Non era legato alla figura della sposa, ma in generale a tutti coloro che erano consacrati ad una divinità. Diciamo che se fossimo nell’antica Roma il velo dovrei indossarlo io che sono l’officiante e non tu che sei la sposa. Non sarebbe buffissimo?
Piano piano il velo è entrato a far parte del costume “laico”, ma parliamo sempre di epoche antiche e precristiane.
Manto od ornamento primordiale, l’uso del velo nel costume femminile risale alla più lontana antichità. La καλυπτρα e il κρήδεμνον dell’epoca omerica erano veli di lino posati sulla testa e ricadenti sulle spalle; le ricae o riculae e le palliolae delle donne romane derivano dall’uso remotissimo di coprirsi il viso e la testa col lembo della palla; il therystrum era un manto di velo leggerissimo e trasparente portato in Grecia dagli uomini e dalle donne; queste se lo avvolgevano attomo al capo per difendersi dai raggi del sole o dalla pioggia. I veli delle donne greche e romane erano di stoffa finissima, fabbricati nelle isole di Coo, di Amorgo e a Taranto; i veli di Coo erano tanto trasparenti che per essi si adoperavano espressioni quali ventus textilae (tessuti di vento) o nebula linea (nebbia di lino); di questo tipo di velo si facevano anche abiti.
E per i matrimoni? Si trattava sì di un simbolo di pudore, ma ben prima dell’avvento del cristianesimo. Dalla sua funzione originale di segno di devozione e castità passò poi alla moda, come indumento elegante, staccato dalle sue funzioni religiose.
Il cristianesimo conservò al velo tutta la sua simbologia: il velo delle spose cristiane corrisponde al flammeum delle spose greche, etrusche e romane, simbolo di pudore e di castità. Il cristianesimo impose altresì al neofita la testa coperta e gli occhi velati. Nei primi secoli cristiani tutte le donne portano il velo; nei sarcofagi dei secoli I-III le donne sono sempre rappresentate col velo in testa, solo l’immagine di Maria Maddalena appare talvolta a testa scoperta (secoli II e III). San Paolo ordinò alle donne di velarsi durante la preghiera, e più tardi Tertulliano impose il velo alle vergini volontarie; tutti i predicatori furono d’accordo nel consigliare alle donne il velo, ma questo finì col divenire elemento prezioso di raffinata eleganza.
Attenzione a questo passaggio: il velo si staccò dalle funzioni religiose per entrare nell’ambito della moda già ai tempi delle prime crociate.
Le prime crociate portarono in Europa (specie in Italia) il gusto dei veli trapunti d’oro e d’argento, tramati di sete multicolori. Il velo continuò ad essere portato in molteplici fogge: grandi veli semicircolari, lunghi fino a terra, veli rotondi e corti fino a mezze spalle, veli a guisa di sciarpe, veli di seta bianchi, multicolori, “vergati”, “listati”, veli di “rensa”, di lino e di lana. Nel sec. XII fu di moda un velo di seta completamente circolare, trattenuto sulla testa da un cerchio d’oro o d’argento: fu adottato solo dalle donne delle classi alte, mentre le donne del popolo portavano sciarpe di velo che somigliavano allo scialle attuale. Per lungo tempo l’eleganza femminile fu sintetizzata dal modo di portare e di drappeggiare il velo sul capo e attorno al viso.
Ok, la faccio breve con questo excursus nel mondo della moda, per arrivare al dunque. Il velo ha fatto nella storia un andirivieni tra il significato religioso e quello laico. A più riprese è stato considerato un elemento generale di devozione, poi un elemento legato alla purezza, poi semplicemente un accessorio alla moda, poi di nuovo un simbolo religioso. Inoltre non è collegato al cristianesimo perché esisteva da molto prima, era usato dagli antichi greci e romani (anche nell’ambito dei matrimoni, con la stessa funzione che ha oggi) quando la religione cristiana non era ancora nata.
3) Il matrimonio si evolve
Se questo non bastasse, devi tenere presente che i matrimoni si evolvono. Si assiste oggi ad una inversione di tendenza. Il galateo è diventato più uno stile di vita che un insieme di regole (e si è evoluto anch’esso rispetto al galateo anche solo di dieci anni fa).
Il focus è sempre più sui desideri degli sposi, sulle loro personalità e sul loro modo di vivere ed interpretare il matrimonio. In sostanza oggigiorno puoi liberamente utilizzare il velo anche per il rito civile, se questo ti rende felice. Sì, qualche vecchia zia potrebbe avere da ridire, ma non si può accontentare tutti e sono certa che tu ne sia ben consapevole.
Piuttosto dovresti interessarti di altro.
Se vuoi indossare il velo per la cerimonia civile pensa a questo
Se ti stai interrogando sull’indossare o meno il velo per la cerimonia civile dovresti lasciare da parte per un attimo l’immagine che hai nella tua mente, quella che descrive il tuo sogno, il tuo abito della vita, i tuoi desideri di bambina. Anche se è sgradevole dovresti per un attimo guardare con occhi ripuliti dalle illusioni il luogo in cui ti sposerai.
Perché ti dico questa cosa antipatica? Beh, perché se ti sposi in uno squallido ufficio comunale il velo potrebbe non essere adatto per la cerimonia civile. E non, come abbiamo visto, per ragioni di galateo o di devozione e purezza. Un abbigliamento troppo ricercato farà risaltare per contrasto la semplicità e la freddezza di quell’ambiente creato per le riunioni del consiglio comunale e non per i matrimoni.
Se pensi che sia il contrario, cioè che inserire elementi eleganti in un contesto impersonale sia la soluzione, devo smentirti. Non è un’operazione semplice convertire una sala comunale anonima in un contesto appropriato ad una romantica cerimonia civile personalizzata. Anzi, rischi di fare peggio. E rischi che il tuo velo sembri un costume teatrale, che il tuo abbigliamento appaia artefatto, pomposo, stridente con il contesto.
Non si tratta perciò di una questione religiosa o di galateo, ma di una semplice accortezza che ti permetterà di salvare capra e cavoli. Il mio consiglio è quello di scegliere una cerimonia civile all’aperto (o al chiuso, se ti sposi d’inverno) in una location autorizzata. Oppure, se non ce ne sono, una cerimonia simbolica o, come spesso viene chiamata, una cerimonia all’americana.
In questo modo otterrai due cose, da un lato un rito veramente emozionante in un contesto mozzafiato che trasporterà i tuoi invitati in un mondo incantato e li renderà immediatamente i più grandi fan delle tue nozze non convenzionali (sì, anche quelli più bigotti). Dall’altro una cerimonia personalizzata, in cui potrai inserire tutti gli elementi ricercati che hai sempre sognato e che ovviamente costituirà il perfetto scenario in cui fare la tua entrata, con tanto di abito bianco e velo. La cerimonia civile si trasformerà così in un evento degno della tua storia d’amore e delle tue aspettative.
Io non sono una stilista di veli da sposa, ma sono una celebrante professionista. Quindi se vuoi posso aiutarti a trovare il luogo giusto, a completare l’iter burocratico, a scrivere il testo per la tua cerimonia civile personalizzata o per il tuo rito simbolico e ovviamente, posso celebrarlo.
Per saperne di più contattami, sarò felice di fare una chiacchierata per approfondire insieme a te i tuoi desideri.
Love
♥♥♥ Claudia