Sicuramente nella tua vita hai partecipato a diversi matrimoni. In chiesa, oppure in comune prevalentemente, se hai ricevuto degli inviti di recente potresti aver assistito a delle cerimonie all’americana, o presunte tali.
Dall’esterno ti sarai accorta di molti elementi. Avrai notato certamente l’allestimento floreale, avrai squadrato ben bene l’abito della sposa, ti sarai intenerita nel vedere i paggetti portare gli anelli o le bambine spargere petali di fiori, avrai scherzato con lo sposo.
Forse avrai notato anche degli aspetti negativi. Per esempio potresti aver sofferto il caldo, o essere stata seduta in una posizione da cui non vedevi bene gli sposi. Oppure potresti aver dovuto aspettare un tempo infinito prima dell’inizio della cerimonia, o non aver sentito le promesse perché il microfono non funzionava bene.
Questi sono tutti dettagli sgradevoli, che di solito gli invitati notano. Se hai vissuto quest’esperienza probabilmente avrai annotato queste voci nella tua lista di cose da non fare.
C’è però una cosa che sicuramente un invitato non riesce a percepire e che è molto più grave di tutto il resto. Riguarda da vicino gli sposi e può fare letteralmente la differenza tra ricordare il matrimonio negli anni successivi sempre con la stessa emozione e conservarne una memoria sbiadita. Molte coppie non hanno che un pallido ricordo del loro matrimonio, vuoi perché l’ansia è a mille, vuoi perché ci si tende ad isolare da tutto e da tutti quando si ha paura.
La cerimonia allora viene percepita in modo ovattato, quasi come se fosse quella di qualcun altro. Senti che sta andando avanti in automatico, che procede a prescindere da te. Aspetti il momento in cui dovrai parlare (e dire soltanto sì, magari) e poi il momento della proclamazione. Tutto il resto, tutto quello che c’è in mezzo, dal tuo arrivo con la marcia nuziale allo scambio degli anelli e poi fino alle firme scivola via senza lasciarti niente.
Anzi, ti ritrovi a pensare una di queste cose:
- “Che noia, ma quando finisce?”
- “Sarà ora che devo parlare?”
- “Che imbarazzo…”
- “Questa parte proprio non ci rappresenta”
- “Ma quanto blatera questo? E chi lo conosce?”
- “Belle parole, ma… un po’ troppo pompose per i miei gusti”
In questo caso non stai VIVENDO la tua cerimonia, la stai SUBENDO. E non c’è niente di diverso da un matrimonio tradizionale, di quelli che ti hanno sempre annoiato.
Puoi fingere di essere emozionata, puoi sorridere come se avessi una paresi, ma la verità non cambia. Sei lì a guardare uno spettacolo, non sei tu la protagonista.
Quello che non sai su un argomento delicato: la tua cerimonia nuziale
Sai qual è la cosa peggiore? È che la maggior parte delle coppie è convinta che questo sia l’unico modo per sposarsi. Anche quelle che si ritengono più anticonformiste e non convenzionali, che hanno scelto un matrimonio fuori dal comune e originale, conservano dentro di sé una radice culturale ben radicata da secoli di cristianesimo e da una vita passata tra noiose cerimonie in chiesa e freddi riti civili.
Hai anche tu questo tipo di approccio?
Probabilmente ti è capitato di pensare che una cerimonia nuziale è fatta così. Prima di tutto c’è un qualche tipo di autorità: il prete, il sindaco, la celebrante. Questa autorità arriva, dice le cose sue, se sei fortunata ti passa la parola per dire qualcosa di più di “sì”, e poi la cerimonia si conclude.
Del resto, se è un’autorità, saprà bene cosa dire e cosa fare, no?
Sì.
E no.
Se hai scelto una cerimonia tradizionale, sempre uguale a se stessa, con solo poche personalizzazioni (le letture e le promesse per esempio) è proprio così. La cerimonia appartiene al celebrante, tu ne sei la spettatrice.
Se hai scelto una cerimonia personalizzata no. Il celebrante NON sa cosa dire. E non perché non sia un’autorità o non abbia esperienza. NON PUÒ saperlo e non fa finta di saperlo prima di conoscerti. Nel mio lavoro da celebrante per cerimonie simboliche e civili certe volte mi sento come un medico.
Come faccio a conoscere la cura giusta per te senza prima averti visitato?
Mi fanno sorridere i colleghi e le colleghe che sin dal primo contatto con gli sposi inviano una bozza di testo. Come diavolo fanno? Delle due l’una:
- O hanno poteri paranormali e conoscono la coppia, la sua storia, i suoi valori, il suo carattere ecc ecc prima di averci parlato. E in questo caso hanno tutta la mia invidia, perché possono fare in un battito di ciglia tutto il lavoro che io faccio in mesi di studio e lavoro con le coppie. Sì, sono decisamente invidiosa, lo voglio anche io questo super potere di preveggenza!
- O stanno proponendo qualcosa di generico e valido per tutti.
Ma a quel punto non chiamiamola cerimonia su misura! È come una camicia, sempre uguale per tutti, su cui poi si vanno di volta in volta a ricamare iniziali diverse. Non è un vestito d’alta moda, disegnato, studiato e concepito per te, un pezzo unico che puoi avere solo tu al mondo. Intendiamoci sui termini!
Perché poi se chiamiamo tutto con lo stesso nome le future spose come te vanno in confusione.
Che significa cerimonia personalizzata?
Nel settore dei matrimoni c’è una certa tendenza a descrivere tutto come personalizzato. Le partecipazioni da catalogo, che altri mille sposi hanno scelto prima di te e altri mille sceglieranno dopo di te vengono definite personalizzate. Perché? Perché c’è il tuo nome e i dettagli del tuo matrimonio su di esse. E bella forza! Mica ti possono vendere delle partecipazioni con i nomi di altri sposi! Le compreresti? Penso proprio di no!
Il vestito da sposa da boutique, che tante altre prima e dopo di te acquistano, ti viene venduto come esclusivo. Perché ti dicono (dicono) che non ne venderanno un altro uguale nel tuo stesso paese. Però potrebbero esserci altre 10 spose che hanno lo stesso vestito e si sposano nei comuni confinanti con il tuo. Esclusivo cosa??? È personalizzato perché viene ordinato nella tua taglia? Perché la sarta lo modifica per adattarsi al tuo fisico? E vorrei vedere il contrario… Lo compreresti? Forse sì, però sicuramente non andresti a dire in giro che è un modello esclusivo.
Ci vorrebbe un altro termine, per descrivere questo leggerissimo e inevitabile livello di personalizzazione. Fosse per me propenderei per adattato. Un vestito adattato al tuo fisico.
Fa un altro effetto, vero?
È proprio qui il problema, se te lo descrivessero così non lo compreresti mai. Ti apparirebbe per quello che è, senza tutta la polvere fatata di marketing in cui l’hanno avvolto: un abito standard che è stato modificato quanto necessario per adattarsi a te.
Se il discorso dell’abito è chiaro, e sono sicura che lo è, forse non lo è altrettanto quello della cerimonia. Il principio è lo stesso, in realtà. C’è una grande differenza tra una cerimonia standard adattata per te e una cerimonia esclusiva creata da zero per te.
Solo che tu non ci hai mai pensato. Perché è una cosa relativamente nuova e non si sa in giro. Non siamo abituati a pensare che una roba noiosa e ripetitiva come un rito di nozze possa essere fatta in modo diverso. Che possa raccontare DAVVERO chi sei. Come un abito che uno stilista (immagina il tuo preferito) disegna e cuce appositamente per te.
Un pezzo unico. Solo tuo.
Ecco, io faccio questo lavoro qui:
- Scrivo riti esclusivi per le mie coppie (non con doti di preveggenza, ma facendo con loro il percorso Cerimonia VIP e rendendoli partecipi del processo creativo).
- Li celebro in modo da rendere il loro amore protagonista del giorno del matrimonio.
E questo mi permette di realizzare qualcosa che vivrai pienamente, che ti metterà perfettamente a tuo agio, che ti farà godere il tuo grande giorno. Così non dovrai preoccuparti:
- se sei timida e non vuoi essere al centro dell’attenzione
- se sei una persona allegra e odii i paroloni pomposi
- se avete due caratteri opposti ed è difficile esprimere quello che vi unisce
- se gli invitati sono scettici e diffidenti nei confronti di un rito laico
- se hai qualunque esigenza particolare
Perché lavorando insieme, fianco a fianco, avremo modo di conoscerci. Creeremo insieme un rito che ti farà sentire a tuo agio, esprimeremo insieme gli elementi più importanti e speciali del vostro amore, studieremo la mappatura dei tuoi invitati per coinvolgerli e conquistarli.
Non voglio mentirti: non è una cosa che si fa in quattro e quattr’otto. Ci vuole tempo e disponibilità da parte tua. Ci vuole anche un investimento superiore rispetto a chiamare un Pincopallino qualunque che viene lì a leggere quattro frasi sempre uguali. Questo puoi capirlo anche tu.
La buona notizia è che puoi contattarmi per chiedermi maggiori informazioni senza nessun impegno. Valuteremo insieme qual è la soluzione più adatta a te.
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A presto
Claudia